Sito n° 34

Via Molini

 

PERCORSO ITINERARIO ARTISTICO

 

 

Dall’antica Piazza di Ogna, passando sotto il loggiato della Casa dei Pagani, si entra in Via Molini. Questa via prende il nome dallo storico percorso idrico che tramite una derivazione del torrente Ogna, portava energia a tutti i Mulini presenti nel paese in un tragitto che giungeva fino all’ultima ruota in località S. Alberto.

INPUTS: (SERIOLA)

 

Un’utile panoramica delle attivita, la si ricava da una relazione della metà del 1700 al Capitano veneto di Bergamo da parte dei sindaci Gio. Maria Zucchelli e Bartolomeo Legrenzi.

La popolazione era di circa 520 anime ed in Oltressenda Bassa, funzionavano le seguenti ruote:

-fucina da maglio a due ruote del dott. Giuseppe Ginammi;
-sguradora con una ruota degli eredi Legrenzi;
-fucina da chiodi con tre ruote degli eredi di Bernardo Speranza;
-follo da panni con tre ruote degli eredi di Bernardo Speranza;
-una rasica d’assi con due ruote sempre degli eredi di B. Speranza;
-una masnadora da olii e grani ed un maglio con due ruote sempre degli
eredi del fu Bernardo Speranza;
-una cartera con quattro ruote degli eredi del Conte Gerolamo Fogaccia;
-un maglio ad una ruota degli eredi Giudici;
-un pestone con una ruota di Bartolomeo Chizzoletti;
-una cartera ad una ruota degli eredi Gabaldini;
-una fucina da chiodi con una ruota di Bartolomeo Censi;
-un mulino ad una ruota della comunità;
-una sguradora con una ruota di Lorenzo Legrenzi;
-un maglio con due ruote del conte Maurizio Santi;
-una sguradora con una ruota del conte Santi.

Fonte: Gabriele Carrara, Villa d’Ogna nel vortice della resistenza: diario del partigiano Carmelo, 1987.

 

 

DI SEGUITO UN PROGETTO SITE SPECIFIC DI:

PAOLO D’ANGELO

 

INPUTS: (SEPARAZIONE)

 

Intervento di giovedì 27 agosto 2020 in via Molini a Ogna. Spesso nei racconti di vita che abbiamo raccolto in questi anni è emersa la nostalgia di chi ha dovuto subire la separazione dalla famiglia e dal proprio paese d’origine per necessità lavorative, obblighi militari o semplicemente per studio. Capita spesso a chi è abituato alla vita in piccoli paesi di montagna e per varie ragioni debba abbandonare le proprie origini di soffrire di un male comune: la nostalgia. Questa “malattia” si alimenta con la speranza di rivedere i volti, rincontrare gli sguardi e ritrovare i luoghi così… come li aveva lasciati…

 

Foto Tommy Bonicelli

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