INPUTS: (VAGGIARE)
Se penso alla mia storia, per quanto io non sia ancora centenaria, posso dividerla in 4 macro periodi:
_da 0 a 15 anni i viaggi in auto con la famiglia, che a volte sembravano non finire mai.
In quelle occasioni le musicassette facevano da compagne, tanto che ormai conoscevo le canzoni a memoria e alla fine di un brano iniziavo a canticchiare quello successivo;
_gli anni del Liceo artistico a Bergamo, trascorsi in pullman su e giù per la Valle Seriana.
Il “turismo” alle h6:33 del mattino faceva fermate fino a Ponte Nossa, poi mi assopivo in un sonno quasi profondo fino a Redona, dove le porte si aprivano di nuovo.
Nel ritorno, con partenza da Bergamo alle h13:00 e arrivo alle h15:00 a Villa d’Ogna, spesso schiacciavo un pisolino per recuperare le ore perse dalla sveglia all’alba o per sentire meno la fame dell’ora di pranzo.
Sicuramente non potevano mai mancare nello zaino l’abbonamento della SAB e il tesserino del L.A.S.;
_gli anni a Milano divisi tra Accademia di Belle Arti di Brera e il laboratorio di scenografia.
Sempre nella borsa la mappa di Milano, il biglietto del tram e qualche oggetto che mi divertivo a costruire con gli scarti di gommapiuma o polistirolo per imparare a maneggiare i materiali differenti;
_il ritorno in Valle Seriana e l’inizio dei viaggi in auto spesso da sola con la fedele compagnia dell’autoradio e di due peluches, che portano alla mia mente un po’ di leggerezza nelle giornate difficili.
Partendo da questi elementi ho ideato la realizzazione di una scultura che rappresenti i miei “Compagni di viaggio”.
Credo sia un buon biglietto da visita, quindi ho ipotizzato di collocarla nel giardino di casa a Villa d’Ogna.
Foto Francesca Mazzoleni
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